A 23 anni non ti aspetti di avere un figlio.
Veramente non ti aspetti nemmeno di passare indenne un esame all’universita’ senza attacchi d’ansia, sigarette accese e unghie mangiate.
Poi il libretto si riempie piano piano, e forse capisci che sai studiare bene, certo non tutti 30. Pochissime le “lodi”, il mio voto preferito si aggirava sempre tra il 26 e il 28. Sono sempre stata quella del “Signora sua figlia potrebbe fare di piu’ “.
Ma quel di piu’ non arrivava mai.
Tranne quando e’ arrivata lei, Allegra. Allora mollai tutto. Diedi ancora qualche esame della sessione invernale, poi la pancia al 6 mese si incomincio’ a vedere. Decisi di dedicarmi solo a quello che c’era li dentro e che sarebbe nato dopo pochi mesi.
Sono scelte, e la vita e’ fatta di questo. Sono consapevole che avrei potuto fare molte più cose insieme. Che una decisione presa non necessariamente ne esclude un’altra ipotetica. Che forse pero’ mi mancava il coraggio, o le palle.
Sono punti di vista.
Ho conosciuto l’amore, quello vero, quello che ti fa stare sveglia la notte, quello che ti toglie il respiro quando guardi i suoi occhi. Quello che ti fa dimenticare il mondo perche’ da adesso in poi c’e’ lei.
Non potrei immaginare la mia vita ora senza i miei figli. E’ stato difficile e lo e’ tutt’ora. È difficile fare i conti con una 20enne tra pannolini da cambiare e l ‘amica che ti invita a cena: “Ok usciamo, ma ho solo 2 ore perche’ poi vuole la tetta”.
Le pizzate di classe e il tuo sentirti un po’ fuori posto. La consapevolezza che quando torni a casa hai un piccolo fagotto che ha bisogno di te, che non saprai quante ore dormirai, che non puoi permetterti di fare tardi. Perche’ non puoi sapere se alle 6 di mattina sarai gia’ sveglia. Oppure no.
Oggi posso dire a gran voce che ho dato veramente l’anima per loro due. Che tutto cio’ che ho fatto e tutto quello a cui ho rinunciato, l’ho fatto per loro. Perché se lo meritano a prescindere, perché sono pezzi di me.
Ma oggi sento anche il peso di tutte quelle grosse responsabilita’: del diventar grande per forza, di andare a convivere non per scelta.
Di una casa tua, ma che devi pulire e tenere in ordine perche’ non c’e’ nessun altro che lo faccia al posto tuo.
Di scelte che ti piombano addosso e decidono loro per te. E tu non hai alternative. Prendere o lasciare.
Oggi sento il bisogno di sedermi, prendere tempo e dire ” Adesso?”.
Ho bisogno di aria. Di un gelato fresco. Di un cocktail alle 11 di sera. Di una cena tutta al femminile dove non per forza debba parlare dei miei figli, senza sentirmi in colpa. Dimenticarmi di essere madre per almeno una sera. Per cercare di prendermi una piccola rivincita su un’adolescenza vissuta, ma comunque un pò a metà.
Ridere di niente e non far finta di essere seria, divertirmi non solo perche’ vedo i miei bambini che giocano e si spingono e poi si baciano. Ma perche’ finisco in discoteca…Si dopo piu’ o meno 5 anni che non vi mettevo piede!
Ho ballato e ho bevuto qualcosa e mi sono pure diverta…Sono davvero una cattiva madre? Davvero?
Io non credo, ho solo cercato di sorridere per un motivo diverso. E no, non mi importa di quello che la gente dice. A me di quello che dicono non me ne frega nulla.
Un paio di tacchi e una borsa che non sia quella nursery. Il rossetto sulle labbra e il tuo sorriso migliore. Che non deve mancare mai, anche se diffido da chi dice che va sempre tutto bene.
Ma ho anche imparato che ridere mette a tacere chi ti vorrebbe vedere a terra.
Ringrazio le mie amiche, TUTTE. Perché non c’è bisogno di chiedere, perché ci sono, perché rappresentano un’ancora quando sai di essere in balia delle onde…Per esserci sempre: qui o altrove.
Quelle che mi dicono : ” Esci e prenditi una boccata d’aria!”. Quelle che il “Dai vieni qui” non lo devono nemmeno dire, perché sono già fuori dalla loro porta.
Ognuna diversa, tutte presenti in un modo o nell’altro nella mia vita da 10 anni, 15 o 20, non conta…Conta chi in tutto questo tempo è sempre riuscito ad accompagnarmi nella direzione giusta, a non farmi perdere del tutto la ragione, a farmi ridere a crepapelle nei momenti più bui.
Conta chi sa chi sono davvero.
A bere un bicchiere di più senza pensarci troppo. A ballare fino a notte fonda per non sentire che rumore fanno i tuoi sentimenti.
Una passeggiata. Addosso le Nike e una felpa. Il muretto dietro le cabine, parole su parole e non ti accorgi che sono le 2 di mattina.
Non te ne accorgi perché in quel momento stai bene.
Ho capito che devo vivere di momenti che mi facciano stare bene, e che non mi facciano guardare le notifiche. Dove non penso, ma libero la mente.
E stop.
Domani poi è un altro. Sarà sempre un altro giorno, domani.